L'obsolescenza
programmata, per chi ancora non conoscesse il suo significato, è
quella strategia economica studiata e praticata dalle aziende (in
tacito regime di oligopolio) per ridurre il tempo che intercorre tra
acquisti ripetuti. In buona sostanza, il produttore cerca di far
durare il suo prodotto per un periodo di tempo ben definito
(ingannando il consumatore al quale conta di tornare a vendere
nuovamente l'oggetto acquistato) sapendo comunque di poterlo
costruire meglio, con una resistenza e conservazione decisamente
migliore. Facciamo l'esempio di un elettrodomestico, di una
lavatrice. L'azienda produttrice programma (volutamente) la rottura
di un componente dopo un tot numero di lavaggi allo scopo di
costringere l'acquirente a preventivare un nuovo acquisto per ovviare
al problema. In modo tale il ciclo si ripete e il produttore anziché
vendere a chi non ha la lavatrice (ma il problema è che il più
delle volte non ha nemmeno i soldi per poterla comperare) continua a
proporla a chi ne ha già una. In politica, credo sia la prima volta
che si fa questo accostamento, sembra esistere l'obsolescenza
politica programmata. Alcune Leggi, alcuni Partiti, alcuni esponenti,
vengono proposti e riproposti ad oltranza nonostante siano la
fotocopia esatta di ciò che si prefigurano di sostituire e
migliorare. Perché, in realtà, l'obiettivo è palesemente quello di
perpetuare un ciclo di vendita programmato da una élite
oligopolistica. Nonostante esistano modi per rompere questo criminale
circuito chiuso (il voto è pur sempre libero o no?) i cittadini
vengono costantemente allettati da nuove forme, colori, suoni e
profumi di quello che però è il “vecchio”, la ripetizione
infinita, la sequenza continua di un errore. Per questo motivo, sono
portato a pensare che le cose, in Italia, cambieranno solo se la
mentalità della massa cambierà. Non basta urlare la propria
indignazione per essere indignati. Non basta piangere per essere
addolorati. Non basta criticare per essere polemici. Occorrono
azioni, fatti concreti e la consapevolezza che se vogliamo cambiare
le cose attorno a noi dobbiamo essere i primi a trasformarci e a
modificare il nostro modello di vita. Se non lo facciamo, lo faranno
altri e i mezzi che useranno per tenerci buoni, legati al guinzaglio,
li conosciamo bene. Tutti.
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